Una proficua visita all’Archiginnasio di Bologna
18 agosto 2011
Nonostante la calura che rende questa seconda metà di agosto davvero bollente, Lucia Bellizia e Margherita Fiorello hanno deciso ieri di trovarsi a Bologna per una visita all’Archiginnasio, sede dell’omonima Biblioteca. Obiettivo dichiarato (e conseguito) quello di consultare la copia dello Speculum Astrologiae di Francesco Giuntini, che è colà conservata; non dichiarato (ma conseguito anch’esso), quello di girare un pò “da turiste” per una città che offre tante cose interessanti da vedere. Appuntamento alla Stazione Centrale e poi via verso Piazza Galvani, per entrare nell’Archiginnasio. E’ questo uno dei palazzi più belli del centro storico, costruito nel XIV secolo e già sede dell’antica Università. Oltre a quelle di giurisprudenza era possibile frequentare le lezioni di numerose altre discipline, tra le quali la medicina. E proprio allo studio dell’anatomia è dedicata la sala lignea detta teatro anatomico, nella quale gli studenti potevano assistere alla dissezione dei cadaveri. Ornano le pareti le statue di dodici medici illustri, a partire da Ippocrate e Galeno e il soffitto è decorato da quattordici figure di costellazioni, con al centro Apollo, nume protettore della medicina. La scelta del tema non è casuale, in quanto prima di operare un paziente o di somministrargli dei farmaci, il medico usava consultare gli astri e l’Astrologia fu insegnata nell’Università Bolognese fino alla fine del XVII secolo. Come non fermarsi un pò in questa sala?
Il teatro anatomico:
Al centro il tavolo per la dissezione dei cadaveri a scopo didattico.
Ma urgeva la consultazione del prezioso testo del Giuntini, in particolare della parte che si intitola De Cometis, la cui traduzione Lucia Bellizia ha intenzione di allegare alla relazione che terrà sulle stelle chiomate ad ottobre, in occasione del IV Convegno dall’Associazione Culturale Apotélesma. Ci sono state mostrate ben due edizioni dell’opera, una del 1573 in volume unico ed una del 1583 in due volumi (Tomus Prior e Tomus Posterior), entrambe in ottimo stato di conservazione. Splendide invero, specialmente la seconda. Acquisite le informazioni necessarie e visto che ormai era giunta l’ora di pranzo, ci è sembrato opportuno passare ad un meritato pasto: e cosa di meglio della Buca di San Petronio, rinomata osteria del centro storico, per gustare gli ottimi piatti della gastronomia bolognese? E per concludere in bellezza, dopo le h. 15, visita alla Basilica che porta lo stesso nome ed è dedicata al Patrono della città, per ammirare soprattutto la famosa meridiana progettata nel 1655 dal genovese Gian Domenico Cassini. Insegnava questi astronomia presso l’Università di Bologna e si era già messo in luce per le sue osservazioni sulla cometa apparsa nel dicembre del 1652, che egli aveva provato trovarsi ben al di sopra dell’orbita della Luna, al contrario delle correnti idee aristoteliche, che ritenevano essere questi corpi celesti esalazioni dell’atmosfera terrestre successivamente incendiatesi.
La meridiana del Cassini
Questa linea meridiana misura ben 66,8 metri ed è la più lunga al mondo; la luce del Sole piove da un foro gnomonico posto nella quarta volta della navata sinistra a 27 metri di altezza, passando tra le imponenti colonne gotiche e misura il percorso del Sole da un solstizio all’altro. Essa diede grande fama al Cassini, anche perchè permise di determinare con estrema precisione la durata dell’anno tropico (passaggio per due volte consecutive del Sole all’Equinozio di Primavera), verificando così la correttezza della riforma gregoriana del calendario. Terminata anche questa interessante visita, eccoci purtroppo nuovamente dirette in Stazione per far ritorno ognuna alla propria città ed alla propria casa. Che giornata! Piacevole e dal bottimo culturale decisamente ricco.