9 dicembre 2013
Dando seguito e corpo ad un proposito maturato già da questa estate, quando preparava la sua relazione su Valentin Naboth, Lucia Bellizia si è recata sabato 7 dicembre a Padova, per visitare i luoghi in cui lo studioso tedesco (1523-1593) soggiornò ed operò nell’ultima parte della sua vita. Appuntamento con un manipolo di amici alle 15 e 15 all’esterno della Cappella degli Scrovegni.
I nostri prodi: Dorothea Fiedler (che ci ha raggiunto da Berlino), Stefano Tafani, Valerio Guadagno,
Lucia Bellizia, Cristina e Vasilij Barayev
Dopo la doverosa visita agli affreschi che Giotto eseguì agli inizi del 1300, il tour è proseguito con un giro nel centro della città, animato da un festoso mercatino di Natale, e con la degustazione di un aperitivo. A chiusura di serata cenetta nel ristorante enoteca Corte dei Leoni, locale tipico, che vanta una corte trecentesca di splendida fattura. Inutile dire che il tempo è trascorso piacevolmente commentando le meraviglie viste e conversando su argomenti astrologici.
Mercatino di Natale in Piazza della Frutta: non potevano mancare i gatti ….
A cena alla Corte dei Leoni
L’indomani mattina colazione nello storico Caffè Pedrocchi e poi visita al Palazzo della Ragione, antica sede dei tribunali cittadini di Padova, dalla caratteristica copertura a forma di carena di nave. Il Salone era un tempo ricoperto da affreschi astrologici attribuiti a Giotto, ma le opere sono purtroppo andate perdute nell’incendio del 1420. Il ciclo pittorico, ispirato al maestro toscano da Pietro d’Abano, fu rifatto da Niccolò da Miretto e da Stefano da Ferrara ed è quello che possiamo ancor oggi osservare: costellazioni, pianeti, segni zodiacali e loro influssi, mesi e loro influssi etc. Il Salone ospita altresì un gigantesco cavallo ligneo, copia rinascimentale di quello del monumento al Gattamelata di Donatello (che è visibile di fronte alla Basilica del Santo) ed un pendolo di Foucault.
Petrus Aponus (1250-1316)
medico, matematico, astrologo, filosofo italiano
A seguire la Torre dell’Orologio, edificio di origine medievale che dà su Piazza dei Signori e che deve il proprio nome allo splendido orologio astronomico, che venne aggiunto in facciata nel 1428 e che è la ricostruzione di un originale realizzato nel 1344 da Jacopo Dondi; poi partendo da Palazzo del Bo, sede dell’Università, il manipolo si è inoltrato lungo via Cesare Battisti (già Strà di Santa Caterina) per raggiungere poi la Chiesta di Santa Sofia. Una sorta di pellegrinaggio nei luoghi che furono tra il Quattrocento ed il Seicento teatro della vita universitaria e culturale, frequentati da studenti italiani e stranieri. In Contrada Santa Caterina andò ad abitare, se si segue il racconto del Tomasini (Illustrium virorum elogia, 1630), Valentin Naboth nell’ultima parte della propria vita, quando ghermito dal timore, si barricò in casa cercando invano di evitare quella morte per spada, che sapientemente aveva previsto a sè stesso. Nella Chiesa di Santa Sofia poi, gioello architettonico risalente almeno all’XI secolo, è possibile vedere (proveniente dalla Chiesa di Santa Caterina) il fonte battesimale ove ricevettero il battesimo Livia e Gianvincenzo, figli di Galileo Galilei ed inoltre il monumento sepolcrale degli studenti tedeschi, che facevano parte della Natio Artistarum.
Pietra tombale della Natio Germanica Artistarum
(Chiesa di Santa Sofia)
Due giornate davvero ricche, che hanno permesso al nostro Presidente di rivedere vecchi amici e di conoscerne meglio di nuovi. Padova è una città ricca di storia, che merita le si dedichi ancora del tempo! La relazione su Valentin Naboth (vita, opere, morte) verrà pubblicata a primavera sul nostro sito: essa costituisce in assoluto la prima biografia in lingua italiana su questo matematico, astronomo ed astrologo del XVI secolo.