17 ottobre 2017
Ha avuto luogo sabato 14 ottobre il X Convegno dell’Associazione culturale Apotélesma, il cui tema, come avevamo annunciato era quello delle stelle inerranti, che tanto peso hanno avuto nell’astrologia antica e sono oggi neglette dai più. Il titolo dell’evento Polvere di fate o dell’ottava sfera invitava quest’anno dunque a parlare di questi particolari corpi celesti e così è stato, in una giornata in cui ognuno dei relatori ha portato il proprio sapere e condiviso le proprie esperienze: ad essi va il nostro ringraziamento, come pure al pubblico, che con la propria presenza ha fatto da cornice all’evento. Il maltempo non ha creato quest’anno problemi, anzi uno splendido sole ha illuminato tutta la giornata, assicurando temperature quasi primaverili. Non mancavano inoltre in sala cioccolatini e fiori. La proiezione di un filmato e la presentazione di un libro hanno arricchito i contenuti di una giornata già intensa, che si è prolungata ben oltre l’orario fissato. Splendida la location: la sala Paganini del Bristol Palace Hotel, tutta stucchi e decori.
Ha dato inizio ai lavori il Presidente, Lucia Bellizia, che, dopo il saluto e il ringraziamento ai convenuti, tra i quali figuravano, come di consueto alcuni stranieri, ha brevemente illustrato le finalità di Apotélesma: la divulgazione delle antiche tecniche e della storia dell’astrologia, storia che è componente di quella del pensiero umano.
La prima a portare il proprio contributo è stata Danièle Jay, già allieva di Giuseppe Bezza, che ha illustrato mediante numerosi esempi come le stelle fisse possano concorrere validamente nella formulazione di un giudizio; anche il pubblico non di lingua francese ha avuto modo di apprezzare la sua esposizione, grazie ad una traduzione in italiano fatta circolare in sala dallo staff dell’Associazione.
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Lucia Bellizia e Danièle Jay
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Seguiva la stessa Lucia Bellizia che ha ripercorso le testimonianze che ci sono pervenute sulla stella Sirio dal mondo greco e latino, soffermandosi in particolare su quelle che le attribuiscono un colore rosso, mentre invece essa appare alla vista bianco-azzurra; ha esposto poi come essa sia stata valutata nell’ambito della cattolica, della catarchica e infine della genetliaca.
Subito dopo Paolo Aldo Rossi, coadiuvato – causa un noioso mal di gola – da Ida Li Vigni, ha parlato di Aldebaran (α Tauri), detta l’inseguitrice, in quanto sorge dopo le Pleiadi e sembra inseguirle: stella considerata fortunata, apportatrice di ricchezze e onori; e di Algol (β Persei), variabile ad eclisse, che nella tradizione araba è un ghul, sorta di demone arabo e turchesco, che, maschio o femmina, si sposta con facilità fra cielo e terra, ama frequentare i cimiteri, batte le campagne, fa abortire le donne incinte, succhia il sangue dei giovani, divora i cadaveri, urla nel vento, si aggira fra i ruderi, getta il malocchi e provoca sventure.
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Lucia Bellizia presenta Paolo Aldo Rossi; a destra Ida Li Vigni
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La mattinata è terminata con l’intervento di Massimo Angelini, che ha esaminato il significato radicale delle parole amore e eterno, per leggerle alla luce della loro origine e riflettere sul loro valore orientativo e profondo: più che un oratore, un poeta, per il fascino evocativo del suo linguaggio. Con l’occasione ha presentato anche la sua ultima fatica letteraria: Ecologia della parola, Ed. Pentàgora, 2017.
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Massimo Angelini nella cornice del nostro pubblico
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Meritato il break per il pranzo, che ha avuto luogo, tutti insieme, presso il Moody di Largo XII ottobre; i lavori sono poi ripresi con il primo cammeo: la proiezione da parte di Felice Stoppa di un inedito filmato dal titolo Anonimo, Almagesto di Tolomeo. Traduzione in lingua sefardita, scrittura corsiva, Catalonia 1361 in Manoscritto Schoenberg LJS 57.
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Il filmato di Felice Stoppa è visibile al link https://www.youtube.com/watch?v=zxfmLzPgqNU
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Il pomeriggio è proseguito con la presentazione da parte di Lorenzo Verderame di una relazione sulla mitologia astrale babilonese, nella quale ha mostrato come l’adozione dello Zodiaco come sistema di riferimento nella cosiddetta “osservazione celeste” babilonese sia introduzione recente (principio del I mill. a.C.), ma riferimenti alle singole costellazioni si possano trovare in fonti precedenti. Gli stessi nomi e identificazioni delle costellazioni comprese nello Zodiaco costituiscono infatti le propaggini di una lunga tradizione che affonda le sue radici nella religione e mitologia sumerica del III millennio.
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Lucia Bellizia e Lorenzo Verderame
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A seguire Laura Malinverni, che alle stelle ha messo la chioma, con una relazione sulle comete, i cui avvistamenti, in contrapposizione alla certezza delle Stelle Fisse, hanno sempre destato inquietudini, smentendo l’inalterabilità e la perpetuità dell’ordine aristotelico.
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Lucia Bellizia e Laura Malinverni
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Ha chiuso poi i lavori Fabio Patruno con un secondo suggestivo cammeo, dal titolo Il Cammino Alchemico nel Cielo Stellare.
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Fabio Patruno
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La giornata è stata veramente ricca e l’orario programmato è stato ampiamente superato: il pubblico tuttavia ha mostrato di seguirla senza nessun calo di attenzione o interesse, rivolgendo durante i lavori ed a chiusura degli stessi numerose domande ai relatori. Come di consueto, si respirava in sala un’atmosfera partecipe e cordiale e giudichiamo raggiunto quindi l’obiettivo che c’eravamo proposti: coniugare storia dell’astrologia, cultura e convivialità.
Ricordiamo a chi volesse acquistare gli Atti di contattare info@apotelesma.it e vi diamo appuntamento alle prossime iniziative di Apotélesma, tutte in preparazione!